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Non capiremo mai quanto bene è capace di fare un sorriso.

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Madre Teresa

 

ciaoRiprendono le parole di Eva Pastorelli, volontaria del Servizio Civile Universale in Perù e oggi persona che lavora nell’ufficio di FOCSIV a Roma, che ha rivolto a Silvia Romano in occasione del XXVI Premio del Volontariato Internazionale FOCSIV 2019 nella lettera nella quale sottolineava come la scelta di essere volontari nascesse dalla scelta “di dedicarsi agli ultimi, ai più vulnerabili, aprendo la testa e il cuore e volgendo lo sguardo verso chi non è stato fortunato quanto noi. Perché, come hai scritto anche tu, (tutti) “Meritano di avere le nostre stesse opportunità perché siamo tutti esseri umani in cerca di libertà, realizzazione, felicità". https://www.focsiv.it/news/lettera-a-silvia-romano/dsfIl Presidente, tutti i componenti del Consiglio e le 87 ONG associate FOCSIV salutano con gioia la notizia della liberazione di Silvia Romano, sono vicini alla famiglia che in questi 17 lunghi mesi hanno affrontato questo dramma con grande dignità e fiducia nelle Istit
Riprendono le parole di Eva Pastorelli, volontaria del Servizio Civile Universale in Perù e oggi persona che lavora nell’ufficio di FOCSIV a Roma, che ha rivolto a Silvia Romano in occasione del XXVI Premio del Volontariato Internazionale FOCSIV 2019 nella lettera nella quale sottolineava come la scelta di essere volontari nascesse dalla scelta “di dedicarsi agli ultimi, ai più vulnerabili, aprendo la testa e il cuore e volgendo lo sguardo verso chi non è stato fortunato quanto noi. Perché, come hai scritto anche tu, (tutti) “Meritano di avere le nostre stesse opportunità perché siamo tutti esseri umani in cerca di libertà, realizzazione, felicità". https://www.focsiv.it/news/lettera-a-silvia-romano/FOCSIV e tutte le 87 ONG associate salutano con gioia la liberazione di Silvia Romano"Negli stessi momenti in cui il Parlamento si appresta a convertire in legge l’ennesimo decreto “sicurezza” governativo che criminalizza e contrasta le organizzazioni umanitarie per le attività di soccorso e salvataggio di vite umane, in Provincia di Foggia qualcuno ha deciso di trasportare le parole di odio profuse nell’ultimo anno nei confronti dei cittadini stranieri in azioni criminali. La conseguenza è che negli ultimi 10 giorni si sono susseguiti una serie di eventi gravissimi e violenti, compiuti tutti all'alba e nella stessa zona della prima periferia di Foggia in danno di lavoratori stranieri individuati in base al colore della loro pelle. Non sfuggirà l'importanza della questione che coinvolge, ora, una provincia nella quale, specie in questo periodo dell'anno, si concentra un elevato numero di persone straniere occupate nel lavoro agricolo. Dal 13 al 23 luglio sono almeno quattro le aggressioni, evidentemente di matrice razzista, che si sono accompagnate all’omicidio di Daniel Nyarko, 51 anni, cittadino ghanese, ucciso il 28 marzo scorso con due colpi di arma da fuoco, sparati da ignoti, pochi chilometri ad est di Borgo Mezzanone (Fg), mentre tornava a casa in bicicletta, dopo aver fatto la spesa. Le persone aggredite, dopo aver ricevuto le cure ospedaliere, sono assistite da Intersos per l'aspetto sanitario, da ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) e FLAI - CGIL quanto all'aspetto legale e quello sindacale. Queste violenze sono state inflitte sempre al sorgere del sole, sempre e soltanto a spese di lavoratori africani. Le vittime hanno riferito che i responsabili sono italiani. Tutti gli episodi più recenti hanno riguardato lavoratori agricoli stagionali, quegli stessi lavoratori senza i quali il ricchissimo Tavoliere pugliese smetterebbe di produrre e commercializzare gran parte dei prodotti agricoli che giungono nelle case in Italia ed all’estero. Il clima che si è venuto a creare, non a caso, è conseguente anche alle iniziative della Prefettura di Foggia che nel corso degli ultimi mesi ha ritenuto di mettere in atto un piano di sgombero dei fabbricati adibiti ad abitazione dai lavoratori agricoli stagionali di nazionalità estera, senza premurarsi in alcun modo delle conseguenze in termini di marginalizzazione sociale e di precarietà lavorativa e giuridica in cui ha lasciato chi si è trovato coinvolto in tali operazioni di polizia, nonché del clima di odio sociale che ha contribuito a determinare. Ma non possiamo dimenticare, anche, la drammatica assenza di proposta ed azione concreta da parte delle istituzioni locali (Regione Puglia e comuni dell’area, in primis) che, infatti, da anni hanno abbandonato la stessa possibilità di intervenire su uno dei nodi cruciali dell’economia e della integrazione sociale in Puglia. ASGI, FLAI - CGIL e Intersos continuano a fornire assistenza alla persona ricoverata ed agli abitanti dell'area dove dimora con altri lavoratori, tutti ugualmente preoccupati per loro stessi e per gli altri, ma anche con un profondo senso di ingiustizia, per quanto accaduto ai loro compagni. Tuttavia è evidente che questo clima persecutorio necessita di risposte complesse che non possono essere relegate esclusivamente nell’alveo della pubblica sicurezza: se è fondamentale intervenire per individuare e punire i responsabili delle ignobili azioni criminali degli ultimi mesi, è altrettanto determinante verificare che esso origina da una narrazione politica discriminatoria e strumentale che coinvolge le più alte istituzioni governative e si sta traducendo, giorno dopo giorno, in una legislazione sempre più pericolosa per l’intera popolazione, autoctono e straniera. Se è fondamentale che, in relazione ai fatti su cui si generano queste brutalità, in un clima sempre più inumano, la società civile dia forti e chiari segnali di solidarietà alla comunità dei lavoratori migranti, non può dimenticarsi che la condizione sociale e giuridica dei lavoratori stranieri delle campagne del foggiano e, più in generale, del sud Italia deve essere affrontata
dalle istituzioni centrali e locali in maniera non emergenziale e miope, ma attraverso un piano che sia capace di tutelare le condizioni di sicurezza (anche sociale) dei lavoratori e di riconnettere il tessuto sociale autoctono con i lavoratori stranieri che stabilmente o stagionalmente vivono il territorio. Farsi carico delle esigenze e delle prospettive dei migranti oltre che rispondere ai compiti istituzionali ed ai doveri costituzionali degli enti pubblici, permette di guardare “ai margini” della cittadinanza e, quindi, di valutare e meglio applicare la portata universale dei diritti sociali e delle forme della convivenza delineate nella Costituzione. Se a livello governativo si vuole mettere in discussione anche il concetto di eguaglianza formale delle persone dinanzi alla legge, alle istituzioni democratiche locali tocca il compito, invece, di delineare le forme ed i modi di partecipazione alla vita consociata ed alla integrazione sociale, così realizzando i presupposti della cittadinanza e della uguaglianza sostanziale. In questo senso è urgente che la Prefettura di Foggia, assumendosi le responsabilità che le competono, ripensi integralmente le strategie esclusivamente repressive sinora messe in atto nei confronti dei migranti e che la Regione Puglia (considerato la prolungata mancanza di un interlocutore univoco) si doti di un apparato istituzionale capace di affrontare uno dei temi più rilevanti della fine del suo mandato investendo risorse politiche ed economiche per la tutela dei lavoratori e lo sviluppo del territorio. Interventi parziali, tra l’altro assolutamente insufficienti sia quantitativamente che qualitativamente, come quelli messi in atto recentemente dalla Regione, denotano miopia politica e comportano una evidente acquiescenza alle scelte del governo centrale su cui non è possibile soprassedere.
Per porre in evidenza i gravi accadimenti che hanno coinvolto i lavoratori, al fine di sensibilizzare la Foggia che accoglie e che condanna questi gravi gesti di intolleranza e di intimidazione a sfondo razzista, accogliendo la richiesta dei lavoratori, sosteniamo il Critical Mass in bici per le vie della città Martedì 30 luglio con partenza dal piazzale Vittorio Veneto alle ore 18-Largo Stazione ed invitiamo tutte e tutti a la parteciparvi.
A.S.G.I. (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) Coop. Soc. Arcobaleno Centro interculturale "Baobab - sotto la stessa ombra" FLAI-CGIL INTERSOS Solidaunia

Notizie
30/04/2014
Abbiamo Riso per una cosa seria

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Abbiamo Riso per una cosa seria
Il 17 e 18 maggio FOCSIV con 29 Organismi Soci torna nelle principali piazze e nelle parrocchie italiane con la campagna di raccolta fondi Abbiamo Riso per una cosa seria a sostegno di altrettanti progetti di diritto al cibo. Circa 3mila volontari coinvolgeranno la gente nella sfida contro la fame che ancora oggi colpisce 842 milioni di persone, di cui 827 milioni vivono nei Paesi in via di sviluppo e 3 milioni sono bambini sotto i 5 anni che muoiono per la malnutrizione.

 

“Diritto al cibo significa assicurare una nutrizione adeguata a tutti gli uomini e le donne del pianeta – dice il Presidente FOCSIV Gianfranco Cattai – ed è considerato un dovere degli Stati fin dall’adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani nel 1948. Il grido dei poveri e di tutte le persone che soffrono la fame interpella però anche ciascuno di noi, come ci ha richiamato Papa Francesco che nei mesi scorsi ha chiesto a tutti di unirsi a questo grido per trasformarlo in un ruggito. E trasformarlo in ruggito significa stare con i poveri per cambiare i modelli di sviluppo e le strutture di potere contrarie al bene comune”.

 

Con la campagna Abbiamo Riso per una cosa seria FOCSIV vuole condividere con tutti i cittadini che il 17 e il 18 maggio saranno nelle piazze e nelle parrocchie dove saranno ospitati i banchetti della raccolta fondi la sfida dei suoi volontari con le comunità locali contro la fame in 29 villaggi tra l’Africa e l’America Latina. In cambio della donazione sarà offerto un pacco di riso del commercio equo solidale certificato FairTrade. 

 

In particolare FOCSIV risponde al problema della fame promuovendo la sovranità alimentare, ovvero il diritto di ciascun Paese a definire il modello economico per il suo sviluppo coinvolgendo le comunità locali nelle scelte politiche sull’uso della terra, e sostenendo in particolare l’agricoltura familiare. Proprio a quest’ultima è dedicato il 2014 che è stato dichiarato dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite Anno Internazionale dell'Agricoltura Familiare (IYFF).

 

“Nelle zone rurali di Africa, Asia e America Latina, dove maggiormente si concentrano le persone che soffrono la fame, oltre il 70 per cento delle vittime dell’insicurezza alimentare sono allo stesso tempo agricoltori a livello familiare e piccoli produttori con accesso limitato a risorse naturali, politiche e tecnologie, che da soli non riescono a rispondere ai cambiamenti in atto – spiega Cattai -. Per questo motivo i progetti di sviluppo che con la campagna Abbiamo Riso per una cosa seria chiediamo a tutti di sostenere con una donazione, promuovono il rafforzamento delle famiglie contadine nelle democrazie locali e le loro opportunità di accesso e controllo delle risorse”.

 

Un impegno duplice, dunque, quello della FOCSIV: al fianco delle popolazioni a costruire pozzi, mense scolastiche, centri nutrizionali, orti didattici e familiari; e sul piano culturale e politico per una governance globale dell’alimentazione che metta al centro l'agricoltura familiare e le necessità delle popolazioni più vulnerabili e maggiormente colpite dalla fame coinvolgendo tutti gli attori: governi, agenzie ONU, società civile, settore privato.

 

Per conoscere i 29 progetti e scoprire nel dettaglio le piazze dove trovare i banchetti del Riso con i volontari e tutti i dettagli della campagna “Abbiamo Riso per una cosa seria” visita il nuovo sito www.abbiamorisoperunacosaseria.it



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